Nasce FastucUP, BioDigital, una nuova startup nissena per la compravendita di prodotti biologici locali



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CALTANISSETTA. Ideata da tre amici e fidati colleghi per le vie di Londra, nasce oggi FastucUP, nuova start up con sede a Caltanissetta. La società ha il primario obiettivo di far incontrare il produttore e il consumatore di prodotti biologici locali in modo agevole e 100% digital, realizzando così una nuova e cortissima filiera. Ma non solo.

FastucUP, sarà una innovativa piattaforma digitale di compravendita di pistacchio siciliano e altri prodotti autoctoni, e particolarmente del territorio nisseno. La prima innovazione sarà quella di distribuire (e in alcuni casi di contribuire alla produzione) prodotti nuovi o rispolverandone alcuni andati ormai dimenticati. La seconda innovazione sarà legata alla tecnologia usata per la realizzazione della piattaforma digitale, che attraverso l’utilizzo di nuovi mezzi comunicativi 2.0, unirà una creativa customer experience ad un’insolita esperienza Social, dando vita a una customer Social-Adoption experience.

“Il progetto FastucUP nasce tre anni fa da un pizzino di appunti scritto a Londra”, ci racconta Mariangela Galante, socia e Amministratore unico della società. “L’idea era quella di utilizzare al meglio le nuove tecnologie digitali al servizio del nostro territorio, dei suoi prodotti invidiati da tutto il mondo e delle persone che li producono – prosegue la rappresentante della startup -.

Il progetto è stato, sin da subito, sviluppato in tre, ognuno con le sue competenze; siamo due siciliani e un romano che credono fortemente nella valorizzazione della Sicilia e degli imprenditori che in essa vivono e lavorano o che, da lontano, ne seguono gli sviluppi e ci investono concretamente”. “La società ha per oggetto lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti e servizi innovativi ad alto valore tecnologico”, aggiunge Francesco Riggi, socio e Responsabile IT della società e unico autore delle stringhe di codice della piattaforma.

“Più specificatamente, nonostante i ritardi pandemici che non ci hanno spaventato, stiamo lavorando alla creazione di una piattaforma web/mobile finalizzata alla gestione produttiva e diffusione in commercio di prodotti biologici specifici di determinati territori e non ancora commercializzati, e in forme particolari – prosegue Riggi -. Tale servizio si avvarrà anche dell’ausilio di nuove tecnologie come la realtà aumentata e i virtual tour. In particolare, conosco benissimo la pianta del pistacchio, il suo ciclo produttivo e tutte le sue peculiarità e, sfruttare il digitale, per valorizzare una pianta vecchia quanto il mondo e a me molto cara, mi spinge sempre più a crederci e a lavorare in tal senso”.

La piattaforma informatica di FastucUP, che sarà anche implementata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, consentirà di gestire in autonomia le esigenze della clientela e adattare le esigenze di produzione. A breve, sarà attiva una campagna di crowdfunding che permetterà alla nuova startup di crescere con il supporto di investitori che hanno già mostrato interesse per l’iniziativa e altri che conosceranno il progetto tramite la comunicazione web. Flavio Meloni, socio e Business Strategist della società, continua così: “Da Roma, città dove vivo e lavoro, ho sempre sentito parlare del pistacchio di Bronte e mi ero quasi convinto che la produzione siciliana del pistacchio avvenisse soltanto lì. Sono rimasto molto sorpreso quando, qualche anno fa, ho incontrato a Caltanissetta un noto agronomo locale e grande conoscitore del pistacchio nisseno e delle sue origini.

Ci ha raccontato che furono gli Arabi, strappando la Sicilia ai Bizantini, a promuovere e a diffondere la coltura del pistacchio nell’isola. La specie ha avuto particolare sviluppo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento nelle province di Caltanissetta, Agrigento e solo dopo a Catania. Quindi il pistacchio siciliano, probabilmente, non nasce a Bronte, mi sono detto. FastucUP va proprio in questa direzione, riscoprire le più antiche tradizioni del territorio siciliano e valorizzarle attraverso il digitale. Per questo destineremo parte dei nostri ricavati alla ricerca “storica”, anche in collaborazioni con istituzioni universitarie della regione.”

“Perchè BioDigital? – conclude Mariangela Galante – Non basta sviluppare straordinari siti web o gestire perfetti canali social. Il vero significato del Digital Marketing sta nell’uso congiunto di tutti gli strumenti online disponibili nelle nuove tecnologie. La trasformazione digitale è soprattutto organizzativa e comprende anche antiche terre e frutti secolari. Valorizzare e promuovere un acquisto biologico, come ci prefiggiamo di fare noi con FastucUP, significa consapevolmente aiutare noi stessi a scegliere un’alimentazione sana e, al contempo, aiutiamo migliaia di coltivatori. Bio e Digital, se messi insieme adeguatamente, possono elevare il valore dei prodotti e del territorio in cui questi crescono”

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